In Italia per vivere in maniera "dignitosa" servono 2500 euro al mese ad una famiglia composta da 4 persone. Lo ha calcolato l'Eurispes, istituto di ricerca senza scopi di lucro, sottolineando che solo per mangiare servono 825 euro. Stando ai calcoli dell'Istituto di ricerca alle spese per il cibo (che variano da un minimo di 748 euro nel Sud a un massimo di 940 euro nel Nord Est), si aggiungono quelle per la casa, pari in media a 890 euro mensili, quelli per trasporto e assicurazioni (339 euro) e quelli per l'abbigliamento (240 euro).
Ci sono poi le bollette e i costi della mensa scolastica dei bambini, che per la famiglia tipo considerata dall'Eurispes si traducono in altri 150 euro mensili. Tra le spese considerate basilari ci sono, inoltre, i pagamenti medico-sanitari che all'anno assorbono ben 950 euro.
Sommando tutte le voci risulta che nella media nazionale un nucleo di quattro persone si ritrova a spendere circa 2.523 euro al mese. Se a questo budget fatto di beni essenziali si affiancano ulteriori capitoli di spesa, che comunemente rientrano nel portafoglio di una famiglia, dall'arredamento allo sport, la soglia arriva a superare i 3 mila euro. Si spiega così come, rileva il rapporto, «solo un terzo delle famiglie italiane riesce ad arrivare tranquillamente a fine mese» e come «almeno 500 mila famiglie hanno difficoltà a onorare i mutui per la casa», mentre aumenta il credito al consumo (+100% tra il 2002 e il 2011).
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Secondo Bankitalia il 10% delle famiglie più ricche possiede il 45,9% della ricchezza netta familiare totale (dati 2010), era il 44,3% nel 2008.
Aumenta anche la quota dei cosiddetti "poveri", nel 2010 pari al 14,4 per cento (quasi un italiano su sei), in crescita di un punto percentuale rispetto al 2008. Tale quota supera il 40 per cento tra i cittadini stranieri.
Si abbassano i redditi: quello familiare medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è risultato essere pari a 32.714 euro, 2.726 euro al mese. Il reddito equivalente, una misura che tiene conto della dimensione e della composizione del nucleo familiare, si è attestato sui 18.914 mila euro per individuo, un valore inferiore, in termini reali, dello 0,6 per cento a quello osservato con l'indagine sul 2008. La disuguaglianza del reddito equivalente, misurata in base all'indice di Gini, è pari a 0,33, invariata rispetto alla scorsa indagine.
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Aumentano i debiti: la percentuale di famiglie indebitate invece è pari al 27,7 per cento. L'indebitamento, come in passato, risulta più diffuso tra le famiglie a reddito medio-alto, con capofamiglia di età inferiore ai 55 anni, lavoratore indipendente o con elevato titolo di studio. Le passività sono costituite in larga parte da mutui per l'acquisto e per la ristrutturazione di immobili. Il debito residuo per le famiglie che usufruiscono di almeno un finanziamento corrisponde in media a poco più di un'annualità di reddito; il valore sale a quasi due annualità considerando le sole famiglie con mutui per l'acquisto di immobili. L'incidenza mediana della rata annuale complessiva per il rimborso dei prestiti sul reddito familiare è del 12,4 per cento.
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La vulnerabilità finanziaria, convenzionalmente identificata da una rata per il rimborso dei prestiti superiore al 30 per cento del reddito, riguarda l'11,1 per cento dei nuclei indebitati e si concentra presso le famiglie con entrate modeste. Il fenomeno appare stabile rispetto al passato.