E' di 859 euro la pensione media previdenziale in Italia, di 684 euro quella di vecchiaia e di 1500 euro quella di anzianità. Sono i dati ufficiali dell' Istat che ha presentato alla Camera il quadro sugli assegni pensionistici relativi al 2011.
Fa effetto rilevare che 1 pensione su 2 non arriva a 500 euro al mese, e più di una su tre si ferma al di sotto dei 1.000 euro. La media delle retribuzioni previdenziali come detto è di 859 euro, con il reddito mensile medio per quelle di vecchiaia che arriva a 684 euro mentre quelle di anzianità si avvicinano al triplo (1.500 euro).
Considerando il complesso delle pensioni in essere (sia previdenziali che assistenziali) circa il 77% degli assegni presenta un valore medio mensile inferiore ai 1.000 euro (nel 2010 erano il 79%). Di questi, il 49% è al di sotto dei 500 euro (nel 2010 era il 50,8%), mentre quasi il 12% si colloca fra i 1.000 e i 1.500 euro (nel 2010 era l'11,1%). Al di sopra dei 1.500 euro è il restante 11% (di cui solo il 2,6% supera i 2.500 euro).
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In Italia la spesa complessiva per le pensioni, nel 2011, è stata di 195,8 miliardi, in aumento del 2,4% rispetto all'anno precedente (+4,6 miliardi). La crescita «è imputabile all'incremento dell'importo medio delle prestazioni erogate (+4,5%), dal momento che il numero dei trattamenti pensionistici è rimasto più o meno stabile (+0,2%)».
Rispetto al 2010 l'Inps ha pagato, comunque, meno assegni previdenziali. Le pensioni di anzianità sono calate del 14,7% e quelle di vecchiaia del 29,3%. La diminuzione è data, spiega l'Inps, dal combinato disposto delle norme sulla "finestra mobile", introdotta dal governo Berlusconi nel 2010, ma scattata nel 2011 con la legge 122, con la quale si faceva slittare di un anno la decorrenza del pensionamento per i lavoratori dipendenti che avessero raggiunto i requisiti della pensione, e di quelle previste dalla riforma delle pensioni del governo Monti, che ha inasprito i requisiti per l'accesso alla pensione di anzianità.
C'è differenza nelle pensioni erogate a Nord e a Sud Italia. Se il Nord registra la maggiore concentrazione di pensioni di anzianità e di vecchiaia, oltre il 57% sul totale, al Sud si concentrano le pensioni di invalidità, 48%, e gli assegni sociali, 53,5%. Una distribuzione che porta il Nord ad avere un importo medio mensile superiore alla media nazionale del 13% e il Sud ad averlo inferiore del 22%.
Le donne prendono molto meno rispetto agli uomini di pensione. Per le prime l'assegno medio è di 569 euro, mentre quello degli uomini è quasi il doppio (1.047 euro). Su un totale di 16,6 milioni di pensionati il 59% sono donne, che percepiscono il 44% totale dei redditi pensionistici, mentre il 41% sono uomini, cui va il 56% dei redditi pensionistici. Le donne, infatti, sono la maggioranza fra i pensionati di vecchiaia (63%), prestazione il cui importo medio mensile è di 684 euro e che fa registrare una consistente differenza nei valori medi fra uomini (887 euro) e donne (563 euro). Di contro, gli uomini costituiscono l'81% dei pensionati di anzianità, il cui importo medio mensile è di 1.500 euro (1.582 euro per gli uomini e 1.150 per le donne).
L'importo per il sostegno al reddito, comprensivo della copertura per la contribuzione figurativa, è stato di 19,1 mld. In particolare, la spesa per la cassa integrazione ordinaria è stata di 796 milioni, cui occorre aggiungere 498 milioni per la contribuzione figurativa, a fronte di contributi incassati per 2.710 euro. La spesa per la cassa integrazione straordinaria è stata di 1.311 milioni di euro, più 1.051 per i contributi figurativi, per la quale sono stati incassati 1.042 milioni di contributi, mentre 678 milioni di euro, più 677 milioni di euro per la copertura figurativa, a fronte di 25 milioni di euro di contributi incassati, sono stati spesi per la cassa integrazione in deroga.
I beneficiari dell'indennità di disoccupazione ordinaria non agricola sono stati 494.335, mentre 526.058 lavoratori hanno beneficiato dell'indennità di disoccupazione ordinaria agricola. La disoccupazione con requisiti ridotti è stata concessa, rispettivamente, a 495.891 (non agricola) e 5.810 (agricola) persone. I tempi di liquidazione dell'indennità di disoccupazione hanno fatto registrare un notevole miglioramento nel 2011. Il 96,64% delle indennità ordinarie non agricole è stato erogato entro 30 giorni dalla domanda (nel 2010 era il 93,81%), mentre nello stesso tempo è stata conclusa la procedura per il 95,47% delle domande di disoccupazione con requisiti ridotti (nel 2010 era il 91,61%).